Caleidoscopio africano

Margherita, 26 anni
Università di Firenze, neolaureata

Sono un’aspirante pediatra, amo i pinguini e ho paura delle lumache. Mi piace viaggiare e conoscere nuove culture.
Io sono qui:
Tosamaganga,
Tanzania

18/02/2016 - Se mi metto a pensare alle sensazioni ed emozioni provate in queste mie prime due settimane in Tanzania mi viene in mente…
L’afa di Dar e il suo caos brulicante di persone, il viaggio interminabile in bus dalla guida spericolata, tra film improbabili in swahili e il paesaggio che via via si trasforma tra villaggi rurali, panni colorati stesi sull’erba e natura sempre più verde e rigogliosa che si alterna al marrone acceso dei fiumi in piena.


Zebre, giraffe, antilopi ed elefanti visti mentre sfrecciavamo a 100 km all’ora sul bus attraverso il Mikumi National Park.
Il tempo imprevedibile qua a Tosamaganga, con sole splendente e acquazzoni improvvisi, ma anche un cielo stellato magnifico, in assenza di luci e smog.
La guest-house del cuamm con l’accoglienza della quasi novantenne Teresa e dell’amichevole cane Sceriffo e del suo pazzo amico Rambojè.
In ospedale il dottor Dominik e le due JPO Sara e Martina, miei nuovi modelli, esempi di medici appassionati, competenti, impegnati. E il desiderio di diventare una brava pediatra come loro.
Il cambiamento drastico di carattere dei bambini che entrano in ospedale per malnutrizione severa o malaria e sono abbattuti, apatici e poi con le cure riprendono a giocare e a sorridere, ma anche il senso di impotenza e frustrazione quando i bambini arrivano troppo tardi in ospedale e non c’è più niente da fare.
Il  dolce sorriso di Samson, il bambino ustionato e la sua manina che si allunga verso di me per accarezzarmi.
I mini ‘watotini’ (bambini) della kangaroo room  in neonatologia e la santa pazienza che ci vuole con il saturimetro per farlo funzionare.
Gli “habari?/nzuri”, “ mambo?/Poa!” (come stai?bene!) scambiati con le nurses e le studentesse.
L’allegria e l’affetto dei bambini dell’orfanotrofio e la pazienza che ci vuole per farli addormentare tutti.
É un’esperienza che mi sta arricchendo molto, non solo dal punto di vista medico ma soprattutto dal punto di vista umano e spero che il buon esempio datomi da Dominik, Martina e Sara mi possa essere utile in futuro.

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