E se fosse mal d’Africa?

Giordano, 24 anni
Trieste - VI anno di Medicina

Mi piace il freddo, i colori, la natura, il calore della gente.
Io ero qui:
Tosamaganga,
Tanzania
27/11/2015 - A chi torna da un’esperienza africana spesso viene chiesto se ha provato questo famigerato “mal d’Africa”, se la nostalgia si sente, se quei colori intensi e quella natura prepotente hanno lasciato il segno. E chi non sarebbe affetto da mal d’Africa se la cura fosse un viaggio in Tanzania? 

Il mio è cominciato tra le acque cristalline di Zanzibar, attraversando parte dell’isola a bordo di un carro trainato da un cammello e dormendo tra le palme di una spiaggia. Fin qui sembra un viaggio da turista occidentale, di quelli che di Africa, in fondo, ne vogliono sapere poco. Nel mio caso invece è stato molto di più: ho avuto la possibilità di vivere “con l’Africa”, scoprire la cultura locale attraverso la gente dei villaggi di Tosamaganga, praticare la mia professione in un contesto diverso. Ho riscoperto così l’essere medico, non nella misura frenetica a cui siamo abituati, ma grazie alla serenità del luogo, con la possibilità di sentire di nuovo la passione di quando hai cominciato. 

Ecco, tutto questo è stato solo una piccola parte del mio viaggio: se per curarmi (solo per questo :-)) potrò tornare in Africa, lo farò. Ma l’esperienza di questo safari ora rivive nella mia quotidianità italiana, senza la nostalgia di dover tornare subito là. Si può essere un po' "africani" anche a Trieste.

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