120 km di un altro mondo

Maria, 24 anni
Università di Milano Bicocca

Mi piace osservare il mondo, camminarci sopra a piedi nudi; nel mio zaino ci sono sempre oggetti da far volare e naso rosso.
Io sono qui:
Wolisso,
Etiopia

05/02/2017- Dopo una lunga attesa nella sede del Cuamm arriva Abel, l'autista, e partiamo con uno sgangherato pulmino affollato. Abel guida sicuro nel traffico di Addis, sullo sterrato, tra le buche, che spesso prende.
120 chilometri di un altro mondo.

La città è caotica, corre e sta ferma, i rifiuti bruciano ai lati delle strade, i clacson sovrastano ogni cosa.
Improvvisamente la campagna: secca e con le capanne dal tetto di paglia.
Le persone camminano al lato della strada, nei campi, in mezzo alla strada, da sole o in coppia, in gruppi. Solo donne, solo uomini, insieme. Camminano piano, guardandosi i piedi, veloci, guardano davanti. Portano taniche vuote o pesanti taniche piene, sacchi, neonati.
Conducono mucche, capre, muli. In questo caos ordinato, i bambini. Corrono, giocano, sembrano felici e sicuramente lo saranno. Una cosa mi ha colpito: condividono. Giocattoli, cibo e la poca acqua. Non dovrebbe colpire, lo so, ma siamo abituati al nostro mondo, dove troppo spesso si sente la parola: mio.

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