“Etiopiano” medio

Camillo, 29 anni Università di Roma La sapienza, VI anno di Medicina Mi piacciono le capre, i manghi e i bambini di colore; non mi piacciono i luoghi comuni, le galline e il kocho.

Io ero qui: Wolisso, Etiopia

29/02/2016 - Poco è bastato per scoprire che oltre all’italiano medio esiste anche l’etiope medio!
Tutto ebbe inizio quando perdendoci una domenica pomeriggio per le vie di Wolisso, un bagliore ci richiamò: il riflesso del sole sulle pareti interamente costituite di lamiera di un piccolo negozio; ci separa solo un canale di cemento dove qualche capra bruca allegramente tra i rifiuti. Due passi sul ponticello di legno e siamo dentro: dalle uova fresche alla carta igienica, dai ceci tostati alla carta vetrata, ed ecco Lui, il PALLONE, non si può resistere, decidiamo di comprarlo… “per i bambini della pediatria”.

Delusione, alla vista del pallone i bambini iniziano a palleggiare con le mani! Orrore!! Per rimediare improvvisiamo un campetto da calcio, due alberi da una parte e un vecchio materasso dall’altra. Si inizia con 2 bambini, e tante mosche, a fare qualche timido passaggio. Ben presto genitori, infermieri ed inservienti, prima semplici spettatori, non resistono al richiamo e scendono in campo. Scatta la partitella! Sono le 18.15, orario in cui l’italiano medio, sportivo da divano, si gusta 90° minuto; qui si consuma un’agguerrita sfida, oltre all’avversario devi dribblare sassi, buche ed alberi…. Nessuno vuole cedere, si lotta su ogni pallone finché la distribuzione serale di latte ci costringe ad imporre la regola più ingiusta e impopolare del calcio di strada: “chi segna questo vince, è campione del mondo” (farlo capire agli etiopi non è stato facile!). È proprio dal piede destro del piccolo Abdi, nostro pazientino di nove anni, che parte il tiro che mi trafigge, regalando la vittoria ai suoi. C’è chi si dà alla pazza gioia, e chi alle polemiche infinite… ed aspettando “la moviola”… ci accorgiamo che tutto il mondo è paese!