Siamo arrivate a Dar in piena notte...
Gaia Neolaureata di Torino Mi piace leggere i libri. Non mi piace chi si sfoga sui più deboli e sfortunati. |
Io sono qui: Tosamaganga, Tanzania |
07/05/2015 - Siamo arrivate a Dar in piena notte e ci siamo addentrate in un'umiditá tale che a momenti ci soffocava. Come prima cosa sono stata morsa da due zanzare sugli unici spazi di pelle nuda (i piedi) e mi è preso un attacco di ipocondria, da buona neodottoressa.
Le persone in città sembrano una raccolta di ambivalenze, dalla gentilezza estrema a un incredibile voglia di ingannarti, chiunque tu sia; in questo caso la non conoscenza della lingua forse è un punto a nostro favore perché possiamo fingere di non capire! I bambini sono tutti curiosi come se vederci equivalesse per loro ad accendere la tv! Siamo andati a visitare il "museo nazionale" e lì un bambino mi ha incastrata in un angolo per insegnarmi a leggere in swhali: in breve tempo ero accerchiata da 30 bambini senza alcuna possibilità di raggiungere il mio gruppo!
La zona dell'ospedale è bellissima immersa nel verde più vario e la guest house è estremamente accogliente sia per il luogo e le stanze che per le dada che parlano un po' di italiano e sono dolci e materne. Contro quello che avevo ipotizzato il wifi non funziona per nulla ed inizialmente la cosa mi ha disturbato parecchio, avevo messo in conto di poter comunicare con l'Italia ed ero molto preoccupata di un mese di apparente "distacco completo", ma in un momento di art attack sono riuscita ad adattare la schedina al mio iphone e per fortuna internet prende ovunque.
L'ospedale è open space e la struttura è molto bella dal punto di vista architettonico, ma, nonostante venga pulito regolarmente, dovrò abituarmi a uno standard di igiene molto diverso da quello italiano. Basta pensare che non c'è nemmeno l'idea di raccolta della spazzatura, spesso l'immondizia è per terra, anche sulla spiaggia, e questo mi spezza il cuore.
In questo momento sto seguendo Dominik, il pediatra inglese che lavora in ospedale, che mi sta spiegando molto sulla malnutrizione e sul problema dell'ignoranza della stessa all'interno della popolazione e sul grosso problema che spesso l'accompagna: l'alcolismo. Non sentire parlare di bambini morti stamattina è stata quasi una sorpresa per me ed in parte ringrazio che ancora non sia successo. Sono stata molto contenta di poter rendermi utile a Dominik almeno una volta insegnando ad una mamma come lavare il suo bambino, una cosa per noi banale ma che qui invece non è neppure un'idea lontana. Almeno non c'è da domandare ai pazienti: ha qualche allergia? Mi sembra abbastanza improbabile ne abbiano!
Oggi ho fatto amicizia con due studentesse di infermieristica che hanno molto riso quando ho chiesto di insegnarmi a dire in swhaili alle mamme "can I touch your baby?" con l'imitazione di una mamma italiana arrabbiata in seguito ad un tentativo di visita del figlio non correttamente preannunciata! Una frase che in realtà non mi servirà mai in quanto la fiducia nel camice e fonendoscopio sta davanti a tutto qui.
In maniera alquanto stupida, considerando quanti problemi ci sono, mi trovo al momento a preoccuparmi di un cane che vive nell'ospedale il quale, pelle ed ossa, sta morendo di fame, forse mi sembra l'unica cosa che potrei effettivamente risolvere qui..