Colmiamo le distanze

Alessandro, 26 anni
Neolaureato, Università degli studi dell’Insubria Varese

Mi piace condividere il tempo e le esperienze con qualcuno, ascoltare, assaggiare cibi nuovi, camminare sempre..
Io sono qui:
Tosamaganga,
Tanzania
29/08/2015 - Nella guest house di Dar es Salaam la sveglia suona presto, ore 6.15, giusto il tempo di prepararci e andare a prendere l'autobus per Iringa. La notte non è stata molto riposata: un letto nuovo non è mai come il proprio, ma la colpa è soprattutto dell'emozione e del desiderio di incontrare l'Africa. All'uscita ci accoglie una fine pioggerellina (anche qui lo stesso tempo di Varese??) ma la città è già molto viva; nonostante sia mattino presto moltissime persone si muovono, specialmente a piedi. Dopo una decina di minuti in taxi arriviamo alla stazione dei pullman: quanti pullman! E soprattutto quanta gente! Tutti indaffarati nel cercare di vendere anacardi o bibite fresche e nel convincerti che la tariffa proposta dal proprio autobus sia la migliore, con la destinazione più desiderabile.

Finalmente saliamo e ore 8 circa partiamo per Iringa desiderosi di colmare la distanza che ancora ci separa da Tosamaganga, la nostra destinazione finale.
Un viaggio lunghissimo ma per fortuna c'è Andrea con me; il traffico è notevole, la strada è una ma asfaltata, l'autista schiaccia l'acceleratore per superare colonne di camion e rimorchi. Fuori, lungo la strada, il paesaggio cambia: dalla città passiamo a terre brulle, dove i bambini giocano a saltare la corda o a rincorrersi intorno a qualche casa, fino a territori montuosi, dove solo babbuini e baobab ci danno segnali di vita. Dentro il pullman invece, piano piano c'è spazio per qualche saluto e qualche sorriso con gli altri viaggiatori, tutti del posto, e anch'io mi sento sempre meno un pesce fuor d'acqua; l'autista cerca di rallegrare il viaggio mettendo musiche locali e infinite puntate di una telenovela tanzaniana tra le quali c'è spazio per qualche pisolino.

Arriviamo a Iringa che è ormai buio, ma anche qui la città è molto viva alla luce di una luna gigante. Scendiamo dal pullman e subito ci viene chiesto: "Doctors with Africa?" E' la voce di Elia che è venuto a recuperarci e ci indirizza verso una jeep dove già ci attende un driver locale, con due signore e un bambino nel bagagliaio. Dopo un breve tragitto arriviamo a Tosamaganga, a quella che per un mesetto sarà la nostra casa. Ci dicono che quella sera è saltata la corrente (cosa abbastanza comune a quanto pare nel fine settimana) ma ci viene riservata a lume di candela un'accoglienza molto calorosa. Ad aspettarci troviamo Tamara, specializzanda in esperienza qui in Africa, Teresa, una suora anziana trasferitasi qui molti anni fa, e le due "dade" ("sorelle"), signore che si occupano della casa e che ci avevano già preparato la cena a base di minestrone, riso e carne.

Cenando con Tamara e Teresa abbiamo occasione di raccontarci un po', in attesa che anche Emanuele e Sara, altri due specializzandi, tornino dall'ospedale dove si erano trattenuti per un'emergenza. Sono molto colpito dal bel clima che si respira in questa casa, in particolare dalla complicità che si percepisce tra gli specializzandi. Penso che per me ed Andrea sia un dono poter stare "in famiglia" con loro.
Dopo una tazza calda di bevanda allo zenzero ci rechiamo in stanza per riposare ma nel tragitto siamo sorpresi dalle feste dei due cani di casa, Sheriffo e Rambo.

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