La donna africana
Andrea, 25 anni Neospecializzando in Medicina di Comunità e delle Cure Primarie, Roma Cittadino del mondo, mi piace scoprire nuove culture. Non mi piacciono gli sprechi e chi si lamenta senza batter ciglio per migliorare la sua condizione. |
Io sono qui: Tosamaganga, Tanzania |
In realtà, navigando su internet, ho scoperto che è il pezzo iniziale di una bellissima poesia di Annalisa Sutera, nata con "Mio Fratello è Africano", campagna CUAMM del 2010. La riporto perché merita davvero di essere letta:
Vorrei essere forte
come la donna africana.
Avere piedi stabili,
decisi nel contatto
con la terra.
Avere mani veloci
e abili nel ripetere
piccoli movimenti arcaici.
E la schiena spezzata
così colorata
e perfettamente dritta,
sostegno
di sacchi, ceste, borse
e piccole vite umane.
Vorrei avere
la tenacia
della donna africana,
motore della comunità
in cui vive,
scrive la sua storia
giorno per giorno,
senza lamenti né richieste
sotto il peso
di catastrofi
che mai l'abbattono.
Vorrei avere
quel sorriso umile
mai stanco
né senza speranza.
Occhi senza lacrime
discreti e delicati
che hanno visto
la paura
ma che non perdono
la speranza
di un canto.
Vorrei avere
la pelle
della donna africana
scura.
Che non fa scorgere
il dolore
che nasconde.
Enigmatica, misteriosa
ma liscia
e tenera
come la carezza
di una mamma.