Etiopia 2008, anche nel 2015
Margherita, 26 anni Università di Udine, neolaureata Amo camminare scalza, giocare con i bambini, mangiare e bere in buona compagnia, sia gli spritz che gli spriss juice etiopi. |
Io sono qui: Wolisso, Etiopia |
20/10/2015 - Il primo giorno qua non è stato proprio facile, ho girato per il reparto con le mani conserte, con poca voglia di toccare quello che mi succedeva intorno.
Non me la sentivo di farmi "contaminare" da quest'Africa che avevo così tanto desiderato abbracciare.
Questo comportamento istintivo mi ha stupito! A chi da casa mi chiedeva "come va?" rispondevo "non lo so, son un po' confusa, qua è tutto diverso".
Diverso. Diverso è l'orario etiope e il calendario - qua siamo nel 2008 e mezzogiorno sono le 6 del mattino. Diverso da come me l'aspettavo probabilmente, speravo che un ospedale buono come, per gli standard africani, è quello di Wolisso, fosse una struttura più pulita, meno caotica, soprattutto con meno morti insensate.
Continuavo a fare paragoni tra qui e l'Italia, ma presto ho capito che non era un buon punto di vista e che non mi avrebbe portato da nessuna parte. S'intrecciano così tante storie qui che non sai davvero dove metterle, e devi imparare a guardarle e riuscire a respirare. Evidentemente c'è qualcosa di più profondo e nascosto in tutto questo, e con un po' di pazienza, lasciando entrare le immagini e uscire le emozioni, lavorando sui tuoi schemi mentali e sui tuoi pregiudizi, riuscirai a cogliere quel sapore misto di injera e dolcezza che è la vita etiope.
E allora capisci che sei davvero partito!