Africa: un racconto sonoro
MariaGiulia, 25 anni Università dell'Insubria di Varese Sono un'esploratrice. Nello zaino ho anni di avventure scout, una famiglia numerosa; un canzoniere, un astrolabio e un coltellino svizzero. |
Io sono qui: Tosamaganga, Tanzania |
Alla vista di una ragazza bianca mi vengono incontro festanti, ripetendo, nelle risa, come una cantilena: “Ciao! Pipi!” che significa “Ciao! Caramella!” e io rispondo “Akuna pipì”, “Sono senza caramelle”. Senza offendersi continuano a sorridere e camminare. Mi addentro tra gli eucalipti e inizio a sentire il fiume che scorre, supero la falegnameria e arrivo al ponte dove l’acqua si infrange con rumorosa potenza sui sassi, e prosegue oltre creando una piccola cascata. Risalgo verso l’ospedale, entro in pediatria, dove i bambini sanno essere molto silenziosi, soprattutto se febbrili e spossati, ma sanno anche farsi sentire con il pianto, soprattutto quando devono essere visitati. Transito dalla sala parto dove una donna in travaglio geme con un grido sordo che trattiene un po’ tra i denti. Dalla Waiting Room si sentono risate e chiacchiere di gestanti che insieme attendono i segni del travaglio. Nella cappella dell’ospedale stanno celebrando la messa, animata e colorata da canti ritmati e danzanti.
Nel frattempo cala il sole e lascia spazio alla stellata dell’emisfero australe che si fa contemplare nel silenzio assordante..