Quando i libri si scontrano con la necessità
Daniele, 24 anni Università di Genova, neolaureato Sono un ragazzo qualunque, con la passione per l'avventura e il desiderio di conoscere altre culture, a patto che non usino troppo aglio nel cibo. |
Io sono qui: Tosamaganga, Tanzania |
22/02/2016 - Quest’anno l’ho fatto, mi son deciso, e sono partito. E proverò ora a scrivere due o tre righe, casomai potessero servire a qualcuno a trovare il coraggio di partire. Mi trovo a Tosamaganga, quasi alla fine del mio tirocinio, e penso che un mese sia troppo poco: si fa appena in tempo ad ambientarsi, imparare qualche parola di swahili, iniziare uno scambio col personale locale, abituarsi al posto, che bisogna già ripartire.
Ma forse è pure a questo che serve il Wolisso project, a far tornare con più domande di quando si è partiti, a permettere alle aspettative di scontrarsi con la realtà, di lasciarne assaggiare pregi e difetti senza darne una comprensione completa, a capire se è questo il tipo di esperienza che fa per noi. O quantomeno, per me è stato così. Son partito con tante supposizioni, e una volta qui ho ancora più domande. Una delle cose che mi ha colpito di più in assoluto è stata la capacità d’adattamento e la forza di volontà della gente nel superare le difficoltà: sia dei medici, quando ci si trova a far fronte alla mancanza di medicine semplici come antibiotici o anticoagulanti, o dei chirurghi, costretti a operare con attrezzatura ridotta al minimo, sia dei pazienti nel resistere e sopravvivere a condizioni molto probanti.
Questa grande capacità d’adattamento da parte di tutti, nel superare gli ostacoli con la tenacia e l’ingegno, il cosiddetto far di necessità virtù (come ad esempio l’utilizzo dello zucchero comune per favorire la rimarginazione delle ulcere, metodo partito dall’africa e poi utilizzato nel resto del mondo) e l’arrangiarsi con quel che si ha per ottenere il risultato sperato, è una cosa che non mi aspettavo e mi ha piacevolmente colpito. Queste differenze, così come la differenza di ruolo della medicina (quand’è che la medicina è davvero salvavita?), di risorse, e di necessità non possono dare risposte, ma solo porre altre domande.