I giorni sono infiniti, le settimane volano
Camillo, 29 anni Università di Roma La sapienza, VI anno di Medicina Mi piacciono le capre, i manghi e i bambini di colore; non mi piacciono i luoghi comuni, le galline e il kocho. |
Io ero qui: Wolisso, Etiopia |
25/02/2016 - Ho appena effettuato il giro di boa, sono qui da poco più di 2 settimane e mi rimangono 12 giorni. Potrei scrivere i soliti cliché (tutti veri) che vanno dalla difficoltà di trovare certi farmaci, alla luce che salta 3-4 volte al giorno - anche in sala operatoria durante l'intervento - , passando per i camici “sterili” bucati o l'assenza di acqua in sala per lavarsi prima di operare (sono costretti a riempire dei bidoni che portano dai reparti); ma quello che mi ha veramente affascinato è come questa Africa sia stata capace di stimolare i miei 5 sensi.
L'OLFATTO: il senso che sin dall'inizio è stato messo a dura prova, con quelle folate di plastica bruciata (il loro modo di fare la differenziata). Ma ci si abitua in fretta e proprio in quel momento subentra il dolce profumo caramellato del BUNNA (caffè) preparato e servito in qualunque posto e a qualunque ora con una meticolosissima COFFEE CEREMONY!
La VISTA: non ti può lasciare indifferente il sorriso di quel bambino che, quando vai a correre la mattina, ti prende in giro e si mette a correre con te (in ciabatte e con molto meno fiatone) urlandoti “FARANJI FARANJI”!! (il bianco il bianco)
L'UDITO: esprime al meglio lo spirito di famiglia che si crea all'interno dell'ospedale. Settimanalmente tutti invitati nella casetta del Medical Director, Stefano, che apre il sipario sulla sua raccolta video di Opere liriche, ma è lui, con la sua voce da spaccare i vetri, ad averci ormai “convertiti” alla buona musica.
Il GUSTO: Si dice che l'Etiopia sia uno dei paesi africani dove si mangi meglio, non voglio immaginare come se la passino gli altri! Consiglio senza dubbio lo SHIRO* e le varie carni spezziate, l'INJERA* va consumata con moderazione, il KOCHO* assolutamente da evitare!
Il TATTO: è bellissimo il modo che hanno di salutarsi, una stretta di mano seguita da una spallata delicata (a volte tre), soprattutto perché è un saluto democratico, indipendente dal sesso e dalla posizione sociale (dall’amico al capo, ma anche con Getahun, il venditore di coltelli ambulante).
E' cosi che ho perso il senso del tempo… nonostante siano passate solo 2 settimane mi sento a casa come se fossi qui da una vita, ma le stesse 2 settimane, quelle che mi separano dalla partenza, sono già troppo poche!!
I giorni sono infiniti, le settimane volano…
*1 : Shiro = pure di ceci
*2: Injera = accompagna qualsiasi pietanza, l'equivalente del nostro pane, è una sorta di crepe spugnosa a base di Teff, cereale locale, fermentato.
*3: Kocho = Prendete lo stelo delle foglie del “falso banano”, riducetelo in poltiglia, avvolgetela nelle foglie stesse, e lasciate fermentare il tutto sotto terra ed infine cuocetelo. Ne otterrete una cialda grigiastra che sa stranamente di formaggio andato a male!