Abel: quando la salute non è ancora un diritto di tutti

Francesca, 23 anni
Università di Chieti, V Anno di Medicina

Curiosa come una scimmia, alla meta preferisco il viaggio. Dipingo per passione.
Io sono qui:
Wolisso,
Etiopia

21/04/2016 - Abel è un bimbo ricoverato presso il Pediatric Ward con una storia purtroppo molto comune in Africa, ma a cui non riesco ancora ad "abituarmi". Fa parte del gruppo dei bambini neglected, i quali vengono rifiutati dalle famiglie di origine a causa dell'impossibilità nel farsi carico delle loro spese sanitarie, laddove l'ospedale non le possa coprire.

Risulterebbe facile scendere nel moralismo, essere inorriditi per un gesto così triste, se non fosse che queste famiglie hanno un tasso di povertà tale da dover scegliere di usare i pochi Birr giornalieri per i figli sani, seguendo la legge della selezione naturale, crudele ma ahimè reale. Probabilmente Abel è affetto da una patologia infiammatoria cronica intestinale, cosa che comporta uno sfiancamento periodico e soprattutto necessità di assistenza continua nel tempo, non possibile per le condizioni economiche del nucleo familiare; senza considerare ovviamente la mancante disponibilità di trattamento in ospedale.
Come tanti altri sarà destinato all’orfanotrofio ed essendo un bambino di dieci anni la possibilità di adozione sarà un miraggio. Mi ha colpito non solo la storia in sé, ma anche quanto sia ingiusta tutta questa faccenda dei bimbi neglected. Fossero nati in altre realtà agiate, la loro storia e il loro futuro sarebbero stati completamente diversi.
Abel è un bimbo sorridente, nei momenti di remissione sembra quasi sia in ottima salute. Questo sì che è un esempio di come il diritto di salute per alcuni non esista e di quanto dovrebbe invece, di converso, essere imprescindibile.

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