L’amore di una madre

Agnese 23 anni Università di Roma Sant’Andrea, V anno di medicina Amo l'adrenalina, i sorrisi inaspettati e la spensieratezza. Non potrei mai vivere senza il rumore del mare.

Io sono qui: Wolisso, Etiopia

30/09/2016 - Quando ti parlano delle forti donne africane non ti rendi veramente conto fino a quando non le vedi dal vivo. Oggi ne ho avuto la dimostrazione.

Giornata diversa. Sono in Delivery, il reparto dove si seguono le mamme incinte fino al parto.  Non avevo mai visto una donna partorire, e lì per la prima volta è stato strano vederne due di seguito. 
Nonostante il parto sia uno dei momenti più dolorosi nella vita di una donna, loro, le mie prime pazienti partorienti non si sono lamentate un secondo. È stato tutto così naturale e rapido che per loro partorire sembra la cosa più facile che ci sia. Sarà la loro sopportazione del dolore diversa dalla nostra? O semplicemente sono più brave a nascondere il dolore? Non sono riuscita a darmi una spiegazione se non solo ammirarle. 
Fortissimo è il rapporto madre-figlio. La scena più struggente per me infatti è avvenuta pochi minuti dopo.
Una mamma che dopo due aborti finalmente riesce ad avere il suo primo piccolo bambino, inizialmente un sorriso compare sul suo viso per poi lasciare terribilmente spazio ad un pianto ininterrotto che viene dal profondo del suo cuore. Mi avvicino e cerco di capire cosa c'è che non va e all'improvviso mi vedo davanti una madre che si sente inadatta, che non riesce a far uscire neanche un po' di latte dal suo seno per nutrire il suo figlio tanto atteso. La vedo torturarsi il seno per provare a nutrire il suo piccolo, basterebbe una sola goccia di latte ma niente.
Un lamento straziante si prolunga per tutto il tempo seguente, una stretta al cuore mi pervade e sento quanto deve essere terribile per una donna sentirsi incompleta e non poter dare per quanto lo si voglia con tutta se stessa il meglio che c'è al proprio figlio..