Nel nulla trovi terra rossa

Elena, 25 anni
Università di Parma, VI anno di Medicina

Sono la prima di quattro figli e per le scelte della mia famiglia, del mio ragazzo e (per fortuna) delle mie sono un po' una giramondo. La bici è il mio fedele destriero, mi faccio facilmente convincere se nella proposta è incluso del cibo e non vedo l'ora di partire!
Io sono qui:
Tosamaganga,
Tanzania

21/10/2016 - Oggi si va in gita fuori porta! Andiamo con Edoardo a visitare un villaggio a nord di Iringa. Edoardo è un antropologo e lavora per il Cuamm a stretto contatto con la realtà locale su un progetto che riguarda la malnutrizione.
elena agricolturra

Man mano che ci allontaniamo dalla città il paesaggio cambia, diventando sempre più brullo e secco. Edoardo ci spiega come non sia affatto facile affrontare il problema della malnutrizione, frutto del risultato di componenti complesse di tipo alimentare, sociale e culturale. Ci spiega infatti che nella famiglia l'uomo è il fulcro nel nucleo e viene prima di tutto e tutti. Per esempio, l'uomo mangia per primo, da solo e finché ha fame, a prescindere da quanto cibo c'è; poi mangia la donna, poi i figli in ordine di successione. Vi lascio immaginare quanto mangia l'ultimo di 6 figli! Un bambino malnutrito avrà problemi non solo per lo sviluppo fisico, ma anche mentale, con il rischio che una buona fetta della futura generazione tanzana non raggiunga un buon grado di istruzione perché non ne ha le capacità.
Un altro aspetto non meno importante sul piano pratico è quello del contesto culturale. Questi villaggi vivono ancora con credenze magiche e influenze degli spiriti, per cui esistono ancora le figure degli stregoni e il malocchio. Sono rimasta decisamente colpita nel sentire come tutto ciò si ripercuote sulla vita delle persone! Se una donna, ad esempio, rimane incinta nasconderà la gravidanza fino all'ultimo, perché rappresenterebbe un bersaglio per eventuali nemici che le possono lanciare il malocchio. Di conseguenza non andrà a fare visite prenatali, non monitorerà la gravidanza e partorirà in casa, con tutti i rischi e le complicazioni che ne derivano. Oppure se il governo fornisce della farina rinforzata, non viene di fatto utilizzata perché è diffusa la credenza che quella farina renda gli uomini impotenti e che venga impiegata dal governo per controllare le nascite.
Nasce in me l’impressione è che gli interventi fatti sul campo non siano sempre un successo: a tre passi in avanti spesso ne corrispondono due indietro. Non è facile.
Mentre Edoardo continua con il suo racconto arriviamo nel villaggio di destinazione, in cui la componente agricola è uno degli interventi previsti dal progetto contro la malnutrizione. Non so davvero come facciano a coltivare qualcosa qui, dove guardandomi intorno vedo solo polvere rossa e fiumi secchi e dove devi implorare perché cada del cielo una goccia d’acqua! Ci dicono che l'acqua in realtà c'è, grazie alla presenza di alcune pozze… ma l’acqua che affiora è salata! Che iella, ci mancava pure questa!
Eppure, dopo aver attraversato un fiume in secca, troviamo all'ombra di un albero il nostro comitato di benvenuto; un gruppo di donne, che ci scorta su un sentiero in salita alla fine del quale… Sorpresa! In mezzo a tanto giallo e marrone ecco farsi strada con prepotenza il verde sgargiante! Verde verdura, verde speranza, verde determinazione di queste donne che sono riuscite nell'impossibile e che con orgoglio ci descrivono cosa stanno coltivando. Vedere coi tuoi occhi i cambiamenti tangibili lì davanti a te, nonostante tutte le difficoltà climatiche, sociali e culturali, ti fa pensare "Hei, dopotutto ne vale la pena!".
La giornata di oggi mi ha insegnato che bisogna credere negli ultimi, quelli su cui non scommette nessuno, perché spesso sono quelli che più danno soddisfazione.

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